Badde Salighes - Oasi Mularza Noa - Ortachis (Marghine)

Questa domenica di novembre ci porta sui monti del Marghine, nel territorio del comune di Bolotana, per un'escursione poco impegnativa ma ricca di suggestioni. L'idea è quella di partire con una visita a Villa Piercy in località Badde Salighes, tuttavia riusciamo ad ammirare la tenuta solo dall'esterno in quanto l'affluenza dei turisti e gli orari delle visite guidate non si conciliano con la nostra tabella di marcia. 

Si tratta di una villa in stile inglese progettata e costruita da Benjamin Piercy, ingegnere britannico che nel XIX secolo fu incaricato della costruzione della rete ferroviaria sarda. Il giardino di quattro ettari, sempre in stile inglese, ospita specie alloctone come il bosso e il cedro dell'Himalaya, oltre alle piante tipiche di queste montagne che incontreremo lungo i sentieri.

Raggiungiamo  con le auto la località Ortachis, il programma prevede un primo anello che ci porterà verso le vette, il rientro per il pranzo e subito dopo un secondo anello in esplorazione nell'oasi di protezione faunistica Mularza Noa. Sin dall'inizio, orientandoci (più o meno) con un tracciato di "Giradore", percorriamo la campagna e il bosco addentrandoci senza seguire alcun sentiero, solo a tratti ci capita di camminare su terreni già calpestati. Le parti boscose sono comunque aperte, senza rovi o sottobosco che intralcino il cammino. 


La prima parte è caratterizzata da terreno roccioso basaltico irregolare e ci si diverte a balzare da un masso all'altro verso le cime. Ci addentriamo quindi in un basso bosco di roverelle, i licheni che ne coprono l'intera superficie danno loro un aspetto antico, quasi da favola. Arrivati a Punta Palai (1200m) ci fermiamo ad esplorare il cuile e i muretti a secco che si appoggiano ad un alto sperone roccioso che, neanche a dirlo, ci attira magneticamente verso la sua sommità. Qualche "foto profilo" poi verso una seconda vetta vicinissima per ammirare il panorama sulle vallate, quindi si rientra nel bosco per tornare ad Ortachis. 

Nell'ultimo tratto percorriamo un lungo viale alberato, una brezza leggera e continua fa fluttuare le foglie che cadono ricoprendo i verdi prati ombreggiati, qui vicino un ponticello sotto il quale scorre un torrente. Sembra quasi di vivere  le pagine di un libro di Forster, manca solo un calessino che passa portando una dama in abiti ottocenteschi col suo cesto da picnic. Forse per l'ambientazione piacevole o perché già da qui intuiamo che la zona ristoro in prossimità delle auto è troppo affollata, ci fermiamo per il pranzo e beviamo qualche bicchiere di vino per festeggiare il compleanno di una compagna di cammino.


Bevuto e mangiato in abbondanza ci dirigiamo verso Mularza Noa, qui il bosco è più fitto, gli alberi più alti e vari. Passiamo sotto enormi agrifogli, alti anche trenta metri, e incontriamo grandi tassi punteggiati di frutti rossi tanto invitanti quanto pericolosi. Guadiamo più volte il Riu Biralotta seguendone il corso che dovrebbe portarci ad ammirare una piccola cascata, tuttavia la siccità ci concede solo di immaginarne il salto. In periodo di piogge dev'essere uno spettacolo. 

Vista l'ora decidiamo di ridurre di poco il cammino e traversiamo l'ultimo tratto di bosco. Le ombre crescono, il muschio sulle rocce riprende l'umidità dell'aria e i raggi del sole pallido filtrano bassi nel bosco autunnale facendo brillare le tele dei ragni. La degna conclusione di una splendida giornata dopo grandi risate in ottima compagnia.

Auguri Eli, e grazie.


>>TRACCIATO DEL PERCORSO<<

NB: non avendo seguito i sentieri ci è capitato in un paio di occasioni di dover saltare una rete metallica.


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