Sogno di un cammino di pace nella Palestina libera


 E' troppo tempo ormai che mi chiedo cosa posso fare io, che non ho alcuna influenza, per sensibilizzare sull'esigenza di fermare lo sterminio del popolo palestinese, e per dichiarare inequivocabilmente "non in mio nome!". Oggi più che mai schierarsi è fondamentale ed ho deciso di farlo con l'unico strumento che ho a disposizione: il blog sardegnatrekking.com, che dalla sua data di nascita ha avuto circa 200.000 accessi e che ha una media di 160 accessi giornalieri. Se solo ciò servisse a coinvolgere una persona in più avrei raggiunto il mio scopo.


Gli argomenti trattati dal blog sono in genere molto distanti dall'oggetto di questo post, ho quindi fatto un sogno di libertà sui sentieri della Palestina ed ho immaginato di :

  • camminare da Jenin a Ramallah passando per Jericho senza incontrare checkpoint
  • programmare tappa a Gerusalemme e fare un urban treck da est a ovest senza problemi 
  • arrivare a Mineral Beach dopo la restituzione dell'area C all'amministrazione palestinese, per galleggiare nel mar Morto e ritemprare il fisico
  • un trekking di più giorni da Betlemme ad al-Khalīl per respirare la storia, senza rischiare di essere disintegrato.
  • essere accompagnato lungo strade e sentieri da bambini che giocano senza ombre d'orrore negli occhi
  • prendere un volo per Gaza e fare un trekking costiero dal nord fino a Rafah senza soffrire la fame e senza dover bere l'acqua del mare

Nel mio sogno, in tutto questo vagare, non sento l'odore dei cadaveri e non vedo l'odio ad ogni passo.

E' una prospettiva irrealizzabile, sicuramente per il tempo che mi resta da vivere ma probabilmente anche per molte generazioni a venire.

Non sta a me, né mi compete, fare un'analisi storica dello sterminio in atto (si può usare il termine che si vuole, anche genocidio, il litraggio del sangue versato non cambia), ciò che invece posso fare è scegliere da che parte stare.

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