Da Capo Pecora a Scivu - trekking ad anello lungo la costa di Arbus

Seconda domenica di ottobre dal clima estivo, una giornata ideale per un trekking ad anello che da Capo Pecora porta a Scivu. Ormai i turisti non affollano più il litorale e i cacciatori non si sono ancora appropriati dei sentieri. E' passato ormai un anno da quando dovemmo rinunciare a chiudere l'anello per questo percorso a causa delle poste al cinghiale in località Bischeredda. Stavolta siamo stati più fortunati.

Partiamo intorno alle 9 dal parcheggio di Capo Pecora. Tutta la prima parte del cammino sarà lungo costa, pertanto è facile seguire il sentiero più panoramico. Subito dopo la partenza la mappa (OpenStreetMap) segna un sito archeologico che è denominato Nuraghe Corru Longu, che tuttavia non figura in altre mappe. Uno sguardo non basta ad individuarlo, pare sia rimasto solo il poco evidente cerchio delle fondamenta di pietra, quindi rinunciamo alla ricerca. 

La costa è punteggiata da scogli di granito che la rendono più interessante anche per i nostri scatti fotografici. Più sentieri si muovono paralleli e per quanto possibile cerchiamo di seguire quelli più vicini all'acqua, anche se chi vuole evitare zone leggermente esposte può tranquillamente distanziarsi di una decina di metri o poco più. Arriviamo velocemente alla spiaggia delle Uova di Dinosauro (perlomeno io la conosco con questo toponimo che non è però riportato sulla mappa). L'origine del nome è evidente quando ci si arriva, la baia è infatti ricoperta di grossi ciottoli che sembrano grandi uova, levigati dal mare e dal Riu Mola. 

Sebbene siamo appena partiti ci fermiamo una decina di minuti prima di salire sul promontorio opposto e proseguire ammirando le tante variazioni della costa. E' qui che notiamo una ragazza su una via di arrampicata sulla "Punta de Rocca Sperrara", è sempre ipnotico vedere un'arrampicata, quindi passa ancora qualche minuto prima che riprendiamo. Sulla destra del sentiero proprio qui vicino dovrebbe trovarsi la Tomba dei Giganti di Su Lacchittu, poiché so che la parte superiore è crollata e che la vegetazione la ricopre non ritengo valga la pena cercarla in questa occasione.

Stessa cosa vale più avanti per la tomba dei giganti di Manago, nell'omonima località. Qui però possiamo ammirare quello che alcuni chiamano "il Giardino di Pietra", si tratta di rocce granitiche dalle mille forme modellate dal vento e dall'acqua. Passiamo dalla testa d'aquila, a forme antropomorfe e facciamo tutte le associazioni che la fantasia ci concede. In alcuni casi le rocce scavate possono fornire riparo e in altri si modellano come sedie per farci riposare.

Saliamo ancora, affacciandoci di tanto in tanto a piccoli bastioni di roccia che ci regalano viste mozzafiato sui colori del mare che virano dal blu intenso al verde smeraldo, in particolare a Punta Scruidda riusciamo a scattare qualche bella foto prima di arrivare alla vetta. Nel punto più alto del percorso (poco più di 200m s.l.m.) troviamo "Sa Vedetta", un insieme si costruzioni risalenti alla II Guerra Mondiale che comprendono una postazione d'avvistamento circolare in pietra, una piccola casetta semidistrutta e i resti di quelli che potrebbero essere depositi o postazioni di tiro. 

Proprio qui c'è il crocevia del nostro percorso. Sebbene infatti il tracciato sia formalmente ad anello, decidiamo di percorrerlo ad "8" principalmente per due motivi: il primo è che vogliamo lasciarci una parte su costa anche per il rientro, il secondo è che la parte costiera che collega la Vedetta e la spiaggia ha una discreta pendenza e preferiamo affrontarla in salita anziché in discesa per questioni di stabilità delle ginocchia. Prendiamo quindi il sentiero in discesa sulla destra che dirige verso Ovile Scivu (senza arrivarci) e passato il Riu S'Acqua 'e Axia cambia direzione puntando dritto verso la spiaggia.

In quest'ultimo tratto abbiamo perso il sentiero, come pure chi ha tracciato il percorso che abbiamo seguito. Sebbene sia comunque agevole camminare nella vegetazione bassa fino a raggiungere un altro sentiero leggermente più a nord, si può evitare il breve fuori pista seguendo il tracciato su mappa. Finalmente arriviamo in spiaggia e ci concediamo una lunga sosta per mangiare, passeggiare sulla battigia e fare un bagno, forse l'ultimo della stagione.

Il sentiero di rientro parte dal canalone che si trova al termine sud della spiaggia, si inizia subito a salire seguendo la costa, fortunatamente aiutati da una serie di "omini" di pietra che fanno da segnavia soprattutto dove il sentiero scompare. A parte qualche piccola incertezza sulla direzione non è stato difficile seguire il percorso, è stato tuttavia faticoso a causa del dislivello e del caldo. Sicuramente consiglio di seguire questa traccia in primavera o in autunno ed evitare il caldo estivo. La vista sulle spiagge di Scivu e Piscinas ci ha accompagnati per tutta la salita, e il verde intenso dell'acqua lungo il Vallone Lau ha ripagato la fatica. Tra scisto e granito e brevi tratti di sentiero terroso arriviamo nuovamente in vetta e prendiamo la sterrata che seguendo a ritroso il Cammino Minerario di S.Barbara ci riporta in scarico alla chiusura dell'anello.

TRACCIATO DEL PERCORSO

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