Massiccio del Linas - Punta Perda de Sa Mesa

Questo sabato la meta è stata la vetta più alta del sud Sardegna, sul massiccio del Linas: Punta Perda de Sa Mesa. Ci arriviamo da Gonnosfanadiga seguendo la strada per Perda 'e Pibera, subito dopo un ponticello stradale si apre sulla destra un ampio spiazzo, parcheggiamo qui e prendiamo la carrareccia sulla sinistra che affianca nel primo tratto la strada asfaltata. Ben presto la sterrata si chiude nel sentiero 102 CAI che seguiremo fino alla vetta. 

Poco dopo la partenza, arrivati ad un piccolo guado, ci facciamo ingannare da un omino di pietra sulla destra del sentiero (sinistra orografica), Probabilmente è stato costruito per indicare un percorso alternativo in caso di piena, tuttavia non avendo trovato un'uscita agevole siamo tornati sul greto del torrente e con molta semplicità abbiamo ripreso il sentiero un centinaio di metri più avanti.

Da qui si inizia a salire su un tracciato evidente e comodo, arriviamo al punto in cui un'edicola votiva ed una vicina targa ricordano la scomparsa di due escursionisti-torrentisti e richiamano il rispetto che deve essere dato alla natura talvolta imprevedibile e sempre volubile. La salita si fa più seria e seguendo Canali Mau percorriamo la gola fiancheggiata da alte e suggestive pareti di roccia, calpestiamo grandi massi trascinati dalla violenza dell'acqua, e passiamo tra lecci, macchia e qualche tasso. E' facile intuire l'origine alluvionale del territorio lungo questo primo tratto di sentiero, quindi non mi sentirei di consigliarne la percorrenza in periodi di forti piogge. 

Dopo circa quattro chilometri entriamo nel bosco e camminiamo in salita, con buona pendenza, seguendo una serie di tornanti che ci porteranno fino a Genna 'e Impì. Lungo questo tratto incontriamo evidenti segni della passata attività dei carbonai, anche se la foresta si riprende i suoi spazi. Grandi alberi spaccano enormi rocce con le proprie radici per poi cedere alla gravità creando suggestivi passaggi sul sentiero. Sono diversi gli affacci sul canyon che ci consentono splendide vedute verso nord, tuttavia il panorama più bello lo ammiriamo una volta usciti su un'ampia placca rocciosa che si apre prima dell'ultimissimo tratto di bosco che precede le vette.

Arrivati a Genna 'e Impì seguiamo l'indicazione per Punta Perda Sa Mesa passando al sentiero 103 CAI. Da qui si aprono splendide vedute sulle montagne a sud, da Muru Mannu a punta Zinnigas a punta Magusu, ad est sembra di poter toccare la vetta di punta Cammedda mentre ad ovest una delle prossime mete: Monte Lisone.

Mentre ci avviciniamo a Punta Sa Cabixettas (1201m) la vetta successiva resta nascosta, tanto da farmi dubitare di essere già arrivato, raggiunta la sommità tuttavia la visuale si apre mostrandoci la cima di Perda de Sa Mesa. E' emozionante percorrere la sella tra le due montagne per risalire con un ultimo sforzo raggiungendo i 1236m della vetta del Linas. Da qui i sentieri in partenza sembrerebbero tre, uno verso ovest che passa sotto Punta Purdeddus e arriva a Genna su Padenti, ma ci porterebbe troppo fuori strada allungando eccessivamente l'anello. 

La seconda soluzione sarebbe ripercorrere i nostri passi a ritroso, ma non se ne parla. Optiamo per la terza opzione: su alcune mappe (comprese le open street) è segnato un sentiero che ad occhio non è affatto evidente e che porta verso nord passando vicino ad un muro di confine che notiamo affacciandoci dalla vetta. Iniziamo a scendere il ripido pendio che ci porta al muretto a secco ma una volta arrivati alla costruzione decidiamo di non seguire il sentiero su mappa che sembra proseguire a nord-ovest lungo Gutturu Fenugu ma, confortati da tracciati pubblicati da altri escursionisti, seguiamo il muro fino alla fine, senza grossi problemi a parte il fuori sentiero e le rocce scivolose. 

Il tratto seguente è il più impegnativo in discesa sia per la pendenza sia per l'assenza di chiari punti di riferimento. Prendiamo verso NO seguendo il più possibile la traccia e aggiustando "ad occhio" poi finalmente incrociamo il sentiero. Finalmente un tratto più comodo che ci regala anche bei panorami sul Canale de Urgua. 

Continuiamo verso est in località Bassaniga su sentieri ben visibili,  intorno al decimo chilometro facciamo una piccola deviazione su un sentiero a sinistra, non cambia la destinazione ma ci evita il passaggio presso le costruzioni di Mitza Genna Muxerru. 

La parte restante del cammino sarà su ampia sterrata carrabile, quindi si chiacchiera di miniere a causa delle tracce evidenti di scarti di lavorazione e infiltrazioni d'acqua in strati di terre rosse che riaffiorando disegnano arcobaleni sulla pietra. 

Ho classificato il percorso come difficile non tanto per il dislivello che supera i mille metri e per le ripide discese ma per il tratto fuori sentiero che non è agevole. Detto ciò l'escursione vale decisamente la fatica, panorami sconfinati, bei boschi canyon suggestivi e tante amozioni.

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