Montarbu - Perda Liana e Punta Margiani Pubusa


Un'altra spunta sulla lista delle escursioni immancabili, una classica del trekking in Sardegna: il più famoso dei tacchi d'Ogliastra: Perda 'e Liana. Per raggiungerla abbiamo deciso di evitare i percorsi più brevi e partire dalla caserma Ula (Centro Servizi della Foresta Demaniale di Montarbu) con tappa intermedia sulla punta Margiani Pubusa. 

Sin dai primi passi sul sentiero T-112 il bosco ci accoglie con la sua varietà di specie tra cui lecci, tassi e agrifogli, e il torrente forma ampie pozze di acqua cristallina. Seguendo il corso del Riu Ermolinus, tra suggestivi ponticelli, piccole cascate e staccionate che delimitano il sentiero, saliamo verso Fonte Linnarbu a circa mille metri di altitudine. Da qui la vegetazione inizia a diradarsi e lungo l'ascesa iniziamo ad incontrare i primi piccoli cumuli di neve che resistono protetti dall'ombra della macchia. 

Arrivati alla vetta Margiani Pubusa il panorama è mozzafiato e spazia dalle cime innevate del Gennargentu a nord, verso il tacco di Perda 'e Liana a N.E. e gli altri tacchi d’Ogliastra più a sud. Ad ovest la Barbagia di Seulo. Ci consentiamo una breve pausa colazione per ammirare in silenzio, da 1324m di altitudine, un ampio e frastagliato orizzonte che cambia colore passando dal bianco delle vette al grigio delle cime brulle e dei tacchi fino al verde degli ampi boschi che ci circondano.

Seguendo con lo sguardo la nostra successiva tappa prendiamo il sentiero in discesa lasciando sulla neve le tracce dei nostri scarponi che non riescono a confondersi con quelle più discrete di capre e volpi. Dopo un primo tratto caratterizzato da roccia e bassi arbusti, rientriamo in un tratto di bosco molto bello e scendiamo affiancando una ripida parete calcarea fino al punto in cui il bosco si apre. 

 Arriviamo ad un'ampia sterrata che ci limitiamo a traversare in direzione de S'Arcu 'e su Pirastu Trottu. Il tratto in salita dalla strada è un po' pesante, anche se breve, e arrivati sul tratto più comodo e pianeggiante prendiamo a sinistra per un sentiero più stretto segnalato da un paletto con i colori CAI. Iniziamo qui un anello che ci porterà alle pendici di Perda Liana, il tacco compare e scompare dalla vista fin quando ci troviamo sulla piana dominata dalla "porta dell'Inferno". La leggenda racconta infatti che in questo luogo il velo tra i mondi è sottile e chi volesse stipulare un patto con gli spiriti verrebbe accontentato.

Perda 'e Liana è una formazione rocciosa molto affascinante, le sue pareti verticali alte circa 50 metri ricorderebbero i più famosi monoliti del Grand Canyon se non fosse per il colore grigio chiaro e per il contesto tutt'altro che desertico. Il sito è stato dichiarato monumento naturale alla fine del secolo scorso e si capisce perché attiri sempre più escursionisti. Decidiamo di salire la prima parete tronco conica fino alla base della roccia nuda, qui ci fermiamo a pranzare ed il tempo scorre piacevolmente sotto un sole che stempera il freddo invernale. Il panorama anche da qui è magnifico e a malincuore ci costringiamo a ripartire per evitare di rientrare al buio.

Sul tracciato che stiamo seguendo il tratto di rientro dalla parete di Perda 'e Liana fino ad arrivare quasi a S'Arcu e S'Ebba, disegna un piccolo anello, ci fidiamo ma presto ci rendiamo conto di dover tagliare fuori sentiero per arrivare alla strada che ci riporterà a Pirastu Trottu. Consiglio quindi a chi volesse seguire la traccia riportata di seguito, di ripercorrere i propri passi fino al rientro nel bosco ed alla salita che ci riporterà sotto Margiane Pubusa. Da qui prendiamo però verso la Voragine su Stampu, profonda circa 48m e punto di riferimento per il sentiero del rientro. Questo tratto che percorriamo in scarico regala alcuni spunti interessanti come diversi alberi secolari e un bell'arco di roccia. All'arrivo vediamo un bell'esemplare di cervo che ci osserva da lontano e concludiamo soddisfatti una splendida giornata in cammino.


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