Trekking a Tiscali

 "Sei un escursionista, giri la Sardegna, chissà quante volte sarai stato a Tiscali". A questa osservazione che puntualmente mi arrivava da più parti la mia timida risposta fino a poco tempo fa era: "mai". Finalmente coi Trekkeristi Anonimi abbiamo deciso di lavare l'onta e spuntare un'altra casellina in Supramonte.

Il trekking al villaggio nuragico di Tiscali è un classico immancabile per chi ama i sentieri della Sardegna, tutto il fascino del Supramonte in meno di sette impegnativi chilometri tra meraviglie della natura e siti archeologici.

Abbiamo deciso di partire dalla valle del Lanaittu, in prossimità della grotta Su Mugrone. Dopo un breve tratto di avvicinamento prendiamo verso Sud la salita che ci porterà sul Monte Tiscali. Da subito lo sguardo è attirato dalle vette del Corrasi che domina sulla ricca vallata, presto lasciamo la sterrata per il sentiero che, con i suoi gradini di ginepro, i passaggi su roccia e le verticali pareti calcaree, regala le prime forti emozioni della giornata. 

Il punto più bello dell'ascesa è Sa Curtigia de Tiscali: una diaclasi nella roccia che ha dato luogo ad uno stretto e suggestivo passaggio, difficile da individuare, ed unico accesso alla cengia che ci condurrà alla parte sommitale della dolina. Camminando con attenzione ed ammirando lo splendido panorama verso Scala 'e Surtana, raggiungiamo subito l'ingresso per il villaggio di Tiscali. L'accesso prevede il pagamento di un biglietto e c'è la possibilità di richiedere una visita guidata.

Il sito archeologico deve il suo fascino alla sua posizione, è situato all'interno di una grande dolina implosa, nascosto ad ogni sguardo ed impossibile da trovare per chi non ne conosce l'ubicazione. L'attuale accesso è stato aperto relativamente di recente, all'epoca in cui il villaggio era abitato da popolazioni locali l'unico ingresso era costituito da un'apertura nella roccia che garantiva anche il controllo della vallata e la difesa del sito. Sebbene sia spesso definito semplicemente "villaggio nuragico", potrebbe trattarsi di un insediamento risalente al III secolo a.C.  edificato dalle "Civitates Barbariae" al fine di difendersi dall'occupazione romana. In quest'ottica non sono tuttavia completamente spiegabili alcuni ritrovamenti di epoca più antica come frammenti di ceramica nuragica.

In attesa di nuovi scavi che possano finalmente fare luce sull'origine del sito, ci si appoggia sull'ipotesi dell'esistenza di un primo sito dell'età del bronzo, poi occupato e riedificato all'epoca della Repubblica Romana. Se ciò fosse accertato questo sito costituirebbe un prezioso laboratorio per lo studio delle fasi di passaggio tra le varie epoche storiche e dell'influenza che le civiltà alloctone hanno avuto su quella sarda.

Ad oggi il sito è costituito dai resti di molti ambienti distribuiti sul perimetro della dolina e spesso appoggiati alle pareti rocciose. A conferma della varietà costruttiva la pianta degli edifici si presenta sia in forma rettangolare, sia circolare o ellittica. La vegetazione cresciuta all'interno della conca naturale, principalmente costituita da lecci, ginepri e terebinto, aumenta il fascino del sito.

Conclusa la visita prendiamo la via del ritorno su un ripido sentiero sul versante opposto, verso Bacu Doloverre lungo il Riu su Cadulone. Anche questo tratto di sentiero è affascinante e ci accompagna alle auto regalandoci bei panorami e passaggi suggestivi. Ci salutiamo con la promessa di piantare una bandierina in tutti i siti che finora abbiamo trascurato ritenendoli inflazionati o giustificandoci con un "prima o poi andrò". Alla prossima avventura.

TRACCIATO PERCORSO

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