I problemi di alcuni tracciati su mappa - Oasi WWF Monte Arcosu

Seguire un sentiero segnato su mappa, senza conoscere le condizioni del terreno e della vegetazione, può essere estremamente appagante o altrettanto logorante. Tutto dipende dallo stato di conservazione dei percorsi tracciati rispetto alla condizione originaria. Chi utilizza le carte IGM sa bene di cosa parlo, tuttavia in questa escursione nell'Oasi WWF di Monte Arcosu confidavo in tre elementi che avrebbero dovuto assicurami un trek agevole: 1) la mappa Kompass; 2) i vicini sentieri di agevole percorrenza 3) il fatto di essere in un'oasi controllata.


L'escursione è stata nel complesso meravigliosa anche se alla partenza le urla dei cacciatori e gli spari, oltre a un cartello "pericolo, battuta di caccia in corso" mi ha un po' alterato. La rassicurazione di un passante sul fatto che la battuta si tenesse ai confini esterni dell'oasi mi ha tranquillizzato solo in parte, son bastati tuttavia gli splendidi panorami a ridarmi serenità.

La partenza dal rifugio WWF ci porta dopo un breve tratto all'inizio del "sentiero dell'Aquila" che sarà segnato per tutta la prima metà del percorso da cartelli con indicazione "A1". Dopo aver guadato il Riu Guttureddu iniziamo una lunga salita con buona pendenza. Il sentiero è ben tenuto ed immerso tra corbezzoli, erica, filirea, leccio e qualche ginepro. Il profumo d'autunno è pervasivo, ogni tanto butto l'occhio a terra aella ricerca di qualche fungo, ma le splendide vedute sulla valle del Guttureddu e sulle vicine cime verdi da Monte Sedda a Is Caravius, fino al lontano Lattias, distraggono da ogni altro pensiero. 

Dopo quasi due chilometri di faticosa salita il sentiero costeggia le basse punte Crabioleddus e Su Canale de Is Murtas, dalle quali possiamo ammirare verso ovest la costa di Capoterra e le sue montagne. Continuiamo sul sentiero A1 fino all'incrocio col sentiero CAI 217A ed all'indicazione verso Case Sa Canna, è qui che dobbiamo decidere se continuare sul tracciato Wikiloc o tagliare su una variante segnata sulla mappa. Poiché non vogliamo rischiare di far tardi scegliamo la seconda opzione.

Subito dopo aver preso per Sa Canna ci rendiamo conto che sebbene questa fosse un tempo un'ampia carrareccia, è oggi meno curata e percorsa rispetto al sentiero a monte. Dobbiamo farci strada nel cisto, tanto che quasi perdiamo la deviazione che dopo seicento metri dal cartello parte sulla sinistra e scende verso valle. Questo sentiero, come un altro nelle vicinanze, sono segnati sulla mappa Kompass e pertanto decidiamo di fidarci ed esplorarlo sebbene sin dall'inizio non sia esattamente agevole. 

Di fatto il sentiero non esiste quasi più probabilmente a causa delle ultime alluvioni. Finiamo per camminare chini nel sottobosco, su rocce scivolose ed infine dobbiamo discendere con la massima attenzione una ripidissima pietraia, in fondo alla quale raggiungiamo la strada. Sebbene questo fuori pista non sia impossibile (abbiamo fatto ben di peggio), non è sicuramente adatto ad escursionisti che vogliono un sentiero tranquillo e  non gradiscono strisciare sulla terra umida.  

L'episodio serve da spunto per ricordare che un sentiero sconosciuto può dar luogo ad una bella avventura ma può anche rivelarsi un incubo, in esplorazione bisogna mettere in conto la necessità di dover ripercorrere a ritroso i propri passi evitando i "punti di non ritorno", ovvero quelle situazioni in cui tornare indietro diventa difficile se non impossibile. Fortunatamente per noi è stata  una variante "interessante". 

Raggiunta la strada tutto è diventato più semplice, siamo ridiscesi fino al Riu Guttureddu che ci ha regalato bellissimi scorci ed abbiamo guadato in prossimità del ponte distrutto dalle piene di qualche anno fa. Non siamo passati sulle rovine del ponte ma siamo discesi sulla destra fino al guado proseguendo contenti fino alla chiusura dell'anello.

TRACCIATO DEL PERCORSO

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