Trekking minerario - Pitzinurri, Gennamari, Naracauli (Arbus)

Avrei potuto titolare questo post: "l'importanza di programmare un trekking nei dettagli". Qualche piccolo inconveniente ha infatti reso questa giornata ancor più interessante rispetto alle aspettative, ma andiamo per ordine.

Parcheggiamo le auto in località Pitzinurri e verso Sud prendiamo la sterrata sul lato sinistro della strada fermandoci subito ad ammirare la splendida villa Idina (o villa Ginestra) situata in una posizione invidiabile con una splendida vista sul litorale e sulle colline.  La struttura in stile liberty, un tempo abitata da Lord Thomas Alnutt (proprietario della miniera) e sua moglie Idina, da cui prende il nome, è attualmente in rovina ma se ne riconosce ancora il pregio.

Riprendiamo la sterrata che ci regala suggestivi scorci sulle dune di Piscinas e sulla costa. Il versante della montagna è costellato di ingressi murati alle gallerie della miniera e diversi edifici di servizio sono situati in cima alle colline circostanti. L'idea è quella di trovare un sentiero (o comunque un passaggio) che ci consenta di tagliare da Gennamari verso Monte Crabulasseddu, evitando la sterrata e dirigendo poi verso Naracauli e Ingurtosu.


Arrivati al villaggio minerario di Gennamari ci fermiamo per esplorare i grandi cameroni e le vecchie casette in pietra che ospitarono i minatori. L'atmosfera cupa e le nubi che minacciano pioggia incorniciano un panorama mozzafiato sul mare. Il territorio fa su e giù con un susseguirsi di colline che declinano fino alle dune di Piscinas. Decidiamo di proseguire sulla sterrata e provare una prima variante che porta ad una costruzione che, vista dall'alto, ci aveva incuriositi. Il sentiero però non prosegue o è stato cancellato dalla vegetazione e considerate le nubi ci rassegniamo a proseguire sulla strada più comoda per evitare di inzupparci nella vegetazione fradicia. L'acquazzone dura solo pochi minuti, poi il cielo inizia ad aprirsi ed il sole colora la campagna.

È poco più avanti che ci troviamo ad affrontare  un dilemma, davanti a noi alcuni cartelli intimano lo stop: “limite invalicabile - sorveglianza armata”. Non ci sono recinzioni e l’ampia sterrata procede dritta verso la colonia penale di Is Arenas. La traccia originale che seguiamo ci conferma che chi è passato prima di noi non si è preoccupato della segnalazione, ma non vogliamo trovarci in situazioni spiacevoli. Abbiamo due alternative: prendere il sentiero sulla destra che asseconda la nostra idea di tagliare verso Naracauli saltando del tutto Bau e la colonia penale, o prendere il sentiero dalla parte opposta. Scegliamo il primo... sbagliamo. Il grande incendio di qualche anno fa, oltre ad aver distrutto il bosco, ha favorito la crescita di nuova macchia e cancellato completamente il sentiero. Torniamo sui nostri passi e persuasi a rispettare il divieto, prendiamo il sentiero sulla sinistra che però ci porta verso Bau. 

Questo tratto è molto bello, la preoccupazione di dirigerci comunque verso l’area interdetta è mitigata dal fatto che incontriamo finalmente la rete di confine che la delimita. Gli steli bruciati lasciano spazio ai lecci sopravvissuti alle fiamme. Raggiunto il Riu di Baui ci fermiamo per il pranzo e un bicchiere di vino ci rimette in sesto. Guadato il fiume e ripreso il cammino ci troviamo subito alla sbarra d'accesso della colonia di Is Arenas, esattamente il punto a cui saremmo arrivati lasciandoci dietro i cartelli. Non c'è rammarico però per aver scelto il percorso più largo, considerato che è sicuramente meno monotono e più bello. Proseguiamo sul sentiero che costeggia la recinzione e ci dirigiamo su una sterrata comoda verso NE che ci porterà alla miniera di Naracauli.

Il primo sguardo alla laveria Brassey ci ripaga della fatica. L'edificio risale ai primi del '900 e fu destinato principalmente al trattamento della blenda per l'estrazione di zinco. Per molto tempo è stato il più importante impianto minerario della Sardegna, fino alla chiusura negli anni settanta.  Attorno altre costruzioni che erano sede di uffici e dormitori.

Poiché si sta facendo tardi e vogliamo evitare l'asfalto, decidiamo di non arrivare ad Ingurtosu e prendiamo il sentiero che ci porterà a chiudere l'anello. È uno strappo in salita di quasi tre chilometri che ci regala una vista meravigliosa sull'Arcuentu e sulla parte meridionale del territorio arburese. Il sentiero è selvaggio ma pulito, qui passa il cammino di Santa Barbara, quindi viene tenuto in buone condizioni.

Arriviamo alle auto in orario e più che soddisfatti. Sicuramente una giornata senza inconvenienti ci avrebbe dato meno emozioni ed abbiamo avuto anche un ottimo spunto di conversazione sulla necessità di prevedere al meglio qualsiasi situazione ed affinare lo spirito di adattamento. 



>>TRACCIATO DEL PERCORSO<<


Commenti

  1. Bella uscita, mi sto convincendo che da gande cercherò un gruppo di trekking da queste parti e uscire con loro.. saluti!

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  2. Gennamari? la mia vita da bambino

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