Trekking delle 3 cascate - Villacidro

Con l'inizio della primavera, quando i torrenti sono ancora carichi ma non impetuosi e il sole inizia a scaldare, un bel trekking a Monti Mannu (Villacidro) è decisamente consigliato. Era da un po' che volevo fare un'unica escursione che comprendesse un passaggio sotto tutte le cascate principali di questa zona: Muru Mannu, cascata del Linas e Piscina Irgas. Grazie alla disponibilità di una nuova e coraggiosa amica di cammino approfitto di una splendida giornata di metà marzo per soddisfare la mia curiosità.

Partiamo dal parcheggio vicino al deposito dell'acqua dopo Cantina Ferraris e prendiamo la direzione Muru Mannu. Già da subito gli splendidi graniti, i suggestivi passaggi sugli argini del torrente Leni e le piccole cascatelle che formano laghetti trasparenti, ci costringono a numerose soste fotografiche e ci mettono d'animo buono per il lungo percorso che ci attende. Le indicazioni sono chiare ed è difficile sbagliare il sentiero in questa prima parte. Percorriamo il sentiero 109 all'ombra di un bel bosco incontrando qua e là i resti di vecchie carbonaie e di alcune antiche costruzioni probabilmente asservite agli stessi carbonai.

Lungo il Riu Cannisoni affrontiamo numerosi guadi che riusciamo a passare con agilità vista la portata non eccessiva. Il sentiero continua ad essere evidente anche in occasione degli attraversamenti e non c'è quasi mai possibilità di sbagliare strada, solo un bivio presso Gutturu Arrusarbus potrebbe forse fuorviare, ma il sentiero per Muru Mannu è evidentemente più calpestato quindi difficile da perdere.

L'arrivo alla confluenza tra Riu Linas e Riu Cannisonis ci regala una delle più belle sensazioni della giornata, qui ammiriamo la prima vera cascata (otto metri di salto) che prende il nome di Cascata Riu Cannisoni, e a fianco arrivano le cateratte del Riu Linas. Siamo ormai quasi arrivati al salto più famoso ma dobbiamo prima salire e raggiungere la sommità della piccola cascata, passando per un tratto leggermente esposto ma che non presenta grosse difficoltà. Più problematico è invece l'ultimo tratto che consente di arrivare a Muru Mannu e che consiste in un passaggio su roccia (segnalato CAI) sulla sinistra del piccolo canyon (destra orografica), abbastanza esposto e con pochi punti d'appiglio per chi non sia abituato a muoversi su roccia. Un tempo qui erano presenti alcune corde fisse che però ora non ci sono più, consiglio pertanto attenzione a chi volesse proseguire per vedere da sotto i 72 metri di salto di Muru Mannu. La cascata è ubicata in un anfiteatro naturale la cui base è sempre in ombra ed ispira ad una sosta meditativa, che anche noi ci concediamo prima di ripartire per la seconda meta.

Tornati indietro fino alla confluenza dei torrenti, proseguiamo su roccia senza ridiscendere il canyon e costeggiamo il torrente Linas. Questo tratto è più complesso, soprattutto perché meno battuto e quindi più sporco. Bisogna affrontare rovi e guadi non puliti come quelli precedenti e occorre capire quali sono i punti di passaggio da valicare per evitare di bagnarsi. Incontriamo una prima piccola cascata di 5 o 6 metri dopo la quale ci sono alcuni tratti attrezzati con cavi metallici per evitare di scivolare in acqua. E' proprio qui che ho fatto il primo e involontario bagno di stagione, finendo in acqua con tutti i vestiti sotto lo sguardo terrorizzato della mia compagna di trekking. Nessuna conseguenza spiacevole, solo un po' di refrigerio prima di arrivare alla cascata del Linas. Va da sé che in quest'ultimo tratto non mi sono preoccupato molto di bagnarmi le scarpe. Anche questa cascata è meravigliosa, essendo la prima volta che la vedo non saprei dire come appaia in periodo di secca, ma se mi baso sulle altre posso immaginare che d'estate riduca al minimo, se non totalmente, la sua portata.

Siccome non c'è due senza tre, ripercorriamo a ritroso tutto il sentiero fino al bivio per Piscina Irgas, con l'idea di chiudere ad anello passando attraverso il canyon di Oridda, per ora tuttavia ci limitiamo ad affrontare la faticosa salita, con i suoi tornanti, fino a Su Cuccuru Bagadiedda. Una volta in cima abbiamo la prima visuale sulla cascata e sul canyon, spettacolare. Iniziamo a scendere un ripido sentiero fino ad arrivare alla base della cascata, qui i primi caldi di stagione hanno attirato pochi gruppi di persone che imitando le lucertole si crogiolano e si fanno ipnotizzare dal suono dell'acqua. Dopo aver ammirato forse la più bella delle tre cascate riposiamo per un quarto d'ora prima di convincerci a prendere la via del rientro. 

L'idea di tornare attraverso il canyon non era improvvisata, avevo diverse tracce wikiloc e nella descrizione delle escursioni si parlava sempre di percorso meraviglioso ma non semplice, nessun accenno a grosse difficoltà tecniche. Consapevoli di essere escursionisti abbastanza esperti ci siamo avviati, davanti a noi una coppia di ragazzi ben più atletici ma per nulla attrezzati. 

Seguendo qualche omino, dopo un primo tratto effettivamente non semplice in salita, arriviamo ad un passaggio in discesa quasi verticale ed incrociamo un gruppo di torrentisti che ci informa sulle difficoltà del tratto che abbiamo davanti. Uno di loro classifica il percorso come EEA considerando un passaggio con corda fissa, inoltre ci fanno notare che essendo pomeriggio inoltrato, con il canale in ombra le rocce iniziano a sudare umidità diventando scivolose. La decisione è presa: si torna indietro, si ripercorre a bastone la faticosa salita del sentiero ufficiale e si torna alle macchine con le gambe sempre più stanche e la testa che va alla birra fresca che ci aspetta.

Meravigliosa giornata, bella avventura, qualche aneddoto da raccontare e la voglia di percorrere in futuro il canyon accompagnati da chi lo conosce bene e sa come affrontarlo.

Commenti