Monte Genis - Villasalto

Frugando sulla mappa alla ricerca di un buon percorso escursionistico mi imbatto per l'ennesima volta nei rilievi del "Parco dei Sette Fratelli e del Monte Genis", spunto parecchi dei sentieri già percorsi tra Burcei e Castiadas, poi mi rendo conto che proprio sul Monte Genis, che ho visto da Serpeddì, non sono mai stato. Colgo al volo la proposta di un amico e metto gli scarponi.


Arriviamo alla partenza passando dalla Strada Monte Genis, tra S.Nicolò Gerrei e Villasalto, parcheggiamo a bordo strada poco dopo Monte Carradeddu e prendiamo un'ampia sterrata che fiancheggia alcuni terreni recintati con bovini al pascolo. Da questo primo tratto  scorgiamo principalmente colline brulle la cui vegetazione è stata probabilmente consumata da incendi e sfruttamento intensivo, non riusciamo ancora a capire quali saranno le peculiarità paesaggistiche del percorso. 

Non impieghiamo tanto a raggiungere il primo bosco di lecci e corbezzolo. La carrareccia che calpestiamo è sicuramente stata un'importante via di comunicazione, costruita con tutta probabilità per lo sfruttamento dei boschi che in questa zona dovevano essere rigogliosi in passato, lo confermano i resti di alcune carbonaie che incontriamo durante la salita. 

Dopo il primo tratto che percorriamo a bastone incontriamo il bivio che dà inizio all'anello e prendiamo la direzione per "Nuraghe". Raggiungiamo le rovine di un bel complesso nuragico situato in posizione elevata rispetto alla vasta campagna sottostante e protetto alle spalle dalle prime pareti rocciose alle pendici del monte Genis. Considerata la struttura complessa del nuraghe mi ha stupito, una volta rientrato a casa, non trovare notizie più approfondite sullo stesso, tanto più che anche il nome non è definito, lo si identifica più che altro con il toponimo della località in cui è situato: Sa Conca 'e sa Tuppa.


Rientrati nel bosco incontriamo ad un certo punto una recinzione che ci sbarra il sentiero, non riusciamo a capirne il senso, potrebbe essere la zona che era stata delimitata per il ripopolamento dei mufloni, ma in tal caso mi sarei aspettato una scaletta per scavalcare o un'indicazione per aggirare l'ostacolo. Qualche metro più a valle tuttavia la recinzione è sollevata e consente di passare agilmente, quindi proseguiamo. Poco più avanti usciamo su una sterrata percorribile da automezzi che consente ai forestali di arrivare al punto di vedetta. Prima ancora di raggiungere il belvedere passiamo davanti ad una suggestiva baita di legno che fino a qualche anno fa era utilizzata dal personale di Forestas ma che oggi non è più accessibile in quanto "pericolante". È un peccato che sia stata vittima dell'incuria perché avrebbe anche potuto essere un comodo punto di bivacco per chi segue il Sentiero Italia che passa da qui.


Ancora qualche tornante e arriviamo alla "Vedetta A.i.b." (antincendio boschivo) del Monte Genis. Lo scorcio è fantastico, la casetta di legno poggiata sullo sperone granitico ci regala una magnifica vista sulla vallata e dalla parte opposta sulle poco più alte vette del massiccio montuoso. Scambiamo due chiacchiere con la guardia, mangiamo un frutto e proseguiamo. Iniziamo a camminare su rocciai molto belli che spuntano dalla vegetazione arbustiva, l'ambiente è familiare e ricorda le vette dei sette fratelli con creste di granito chiaro che torreggiano sull'altipiano. Ci arrampichiamo su una di esse e possiamo godere di un magnifico panorama che arriva fino al Gennargentu. Sebbene sulla mappa la vetta sia segnata un po' più avanti, abbiamo l'impressione di essere sul punto più alto, quindi ci accontentiamo e dopo il giusto tempo per la contemplazione riprendiamo la via per il rientro.

Dopo un primo tratto di bosco di corbezzoli l'anello si chiude con una comoda e larga carrareccia, dapprima ombreggiata e infine aperta nel tratto che abbiamo già percorso ad inizio giornata. L'impressione finale su questo trekking è sicuramente positiva, il percorso è semplice ma non monotono e il fatto che sia un Oasi Permanente di Protezione Faunistica lo rende fruibile tutto l'anno, anche in periodo di caccia (sebbene qualche fucilata lontana l'abbiamo sentita). In questa uscita ci sono mancati gli incontri con cervi e mufloni, sarà per il prossimo trekking in zona, che prevediamo di fare con partenza dalla parte occidentale e che avrà un grado di difficoltà più elevato.



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