Il Castello di Medusa - Samugheo (Mandrolisai)



Inizia finalmente la nuova stagione per il trekking e la prima destinazione non delude. In questa uscita esplorativa abbiamo puntato ad un percorso breve ma intenso e ricco di spunti storici e naturalistici, per testare gli effetti dell'ozio estivo.


La partenza è dal rifugio del Castello di Medusa, nel territorio comunale di Samugheo, dopo una breve sterrata si arriva alla rocca situata in una posizione inconsueta, la costruzione infatti non domina dall'alto l'intero territorio ma controlla quella che un tempo era l'unica via di comunicazione per le Barbagie. 

La prima costruzione risale al V secolo d.C. quando fu edificato un castrum bizantino, il vero e proprio castello di cui si possono ammirare i resti fu tuttavia terminato in epoca giudicale, nel XII secolo, dal Giudicato di Arborea. 

Non mancano le leggende, una delle quali narra di un immenso tesoro nascosto nel castello, che il bandito Perseu (il cui nome rimanda inevitabilmente al mito di Medusa), avrebbe trovato in una stanza nascosta mentre si nascondeva tra le rovine. Quando egli tornò in seguito per razziare ori e gemme non riuscì tuttavia a ritrovare la stanza che sarebbe tuttora nascosta e protetta dalle magheddas, grandi mitologiche mosche dalle dimensioni della testa di un toro.

Dopo la visita al castello abbiamo preso il sentiero che porta a valle fino al laghetto naturale sovrastato dalla guglia di Punta Pony che ci regala uno scorcio da fiaba. Poiché è impossibile seguire, restando asciutti, la parete di roccia che ci porterebbe sull'altra sponda, decidiamo di percorrere il sentiero lungo il fiume verso la confluenza tra il Riu Araxisi e il Riu Maiori. Il sentiero all'inizio è piacevole e semplice, ma una volta guadato il fiume la vegetazione ci ostacola e non possiamo evitare qualche rovo. 

Tornati al laghetto sul lato ovest riusciamo con un po' d'impegno ad arrivare asciutti sotto l'alta parete che si eleva a strapiombo per circa 250m, ci rendiamo subito conto che questo è il paradiso dell'arrampicata, incontriamo tante vie chiodate e non è difficile immaginare appassionati scalatori appesi nel vuoto. 

Da qui inizia la parte più impegnativa, dovremo risalire con pendenze importanti seguendo di fatto lo sviluppo verticale della parete rocciosa. Il sentiero, anche se non proprio evidentissimo nel primo tratto, è comunque intuibile e calpestato, a tratti il terreno asciutto è scivoloso e immagino che in giornate di pioggia sia meno praticabile. In un tratto alcune staffe di ferro aiutano a salire e da qui il panorama sulla vallata è reso spettacolare dal contrasto con la parete calcarea che ha assunto sfumature rosso brune.

Arriviamo ad un punto in cui temiamo di non poter proseguire in quanto una piccola ferrata richiederebbe il necessario equipaggiamento di sicurezza. Tornando sui nostri passi per un brevissimo tratto troviamo tuttavia un secondo passaggio decisamente più praticabile che ci porta al valico tra guglie, speroni rocciosi e splendidi panorami sulla vallata. Un ultimo sentiero in salita ci riporta al parcheggio soddisfatti.

TRACCIATO -> L'alta parete di roccia che abbiamo seguito per metà percorso ha disturbato il gps, pertanto le tracce Wikiloc sono impazzite, appena possibile cercherò di pubblicare una traccia pulita.


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