In una calda giornata di luglio, quando i compagni abituali di trekking ti prendono per folle ma tu hai necessità di allenarti con uno zaino carico e buoni dislivelli, occorre scegliere un percorso che garantisca ombra e sia piacevole da seguire. Con questo in mente ho deciso di seguire una traccia per Punta S.Michele a Domusnovas. La partenza alle 7.00 dalla grotta di S.Giovanni, i sentieri iniziano da subito a salire fino ad arrivare al tratto denominato "Sa 'ia 'e su Vagoni". E' un sentiero molto suggestivo con passaggi in galleria, accessi alle miniere e vecchi edifici in rovina. Si tratta di un'antica decauville attraverso la quale, su ferrovia a scartamento ridotto si portavano con piccoli vagoni (da cui il nome), i materiali estratti da Su Corovau per caricarli sui mezzi di trasporto più a valle. La mulattiera percorre il fianco della montagna e regala scorci fantastici sulle pareti verticali delle vicine vette e sulla vallata.

Una volta entrati in uno splendido bosco di alti lecci, all'ombra e con una leggera brezza che rinfranca, e raggiunto il Canale Bega, si inizia a salire sul serio. Fortunatamente tutti i sentieri si inerpicano nel sottobosco e non posso che essere contento della scelta fatta. La via è pulita e ben segnalata e la traccia che seguo è buona. La salita verso la vetta inizia a farsi sentire, soprattutto nell'ultimo tratto dopo aver preso la direzione Is Acacias, ma non vedo l'ora di ammirare il panorama dall'alto.
Salgo quindi fino ad incontrare la strada che porta a Punta S. Michele e dopo qualche centinaio di metri arrivo in cima e posso godere di una vista mozzafiato a 360°. Se si esclude la presenza ingombrante delle antenne è un posto fantastico.
Da questo punto il racconto "sliding doors": 1) rietro su tagliafuoco, 2) rientro tramite sentiero nel bosco.
1) Saluto la vedetta che parla al telefono con qualche collega e mi accingo a compiere un enorme errore.
La traccia che sto seguendo prevede il rientro nel bosco per chiudere il percorso con un anello e l'ultimo tratto a bastone, ma io ho notato che diverse altre tracce seguono la fascia tagliafuoco che parte direttamente dalla vetta. Mi fermo a pensare all'inizio della discesa, consulto la mappa, decido e parto su un primo tratto di rocce non proprio comodo. Immediatamente sento questo stralcio di conversazione tra l'uomo di vedetta e il suo interlocutore:
- "mmm... in bellu logu si ch'est colande..."
- "... Chie?..."
- "Su turista!"
Che tradotto e parafrasato più o meno significherebbe: "
ma guarda quello dove vuole passare, ha scelto proprio un posto di m."
Avrei dovuto subito tornare indietro, ma dopotutto le descrizioni di chi ha pubblicato le tracce erano tutte unanimi nel dire che sarebbe bastato tenersi vicino alla recinzione e segue l'intera fascia per poco più di due chilometri.
Risultato: senza riparo dal sole, tra rocce poco stabili e pendenze elevate, nessun sentiero. A tratti la recinzione si butta in precipizi di qualche metro ed occorre cercare una via parallela camminando con estrema attenzione per evitare cadute su roccia. Mi dico: "anche questo allenamento ti serve in vista del GR20", ma c'è sempre quella voce che mi fa sentire un idiota perché questi percorsi, in solitaria, andrebbero evitati. Non mi consola trovarmi sul bordo di alcune voragini tra gli alberi in località Genna su Scrau, tuttavia l'inquietudine passa quando riprendo il sentiero e posso ammirare un panorama spettacolare che parte dalle pareti di Punta su Corru e spazia verso la valle.
2) Ripercorso a bastone il breve tratto di sterrata per la vetta, si incontra l'indicazione per Chiesa S.Giovanni, con un piccolo cippo ad indicare l'inizio del sentiero. Si percorre uno splendido tratto di bosco, in alcuni tratti la pendenza si fa sentire sulle ginocchia ma non ci sono difficoltà particolari. Si passa per Su Corovau arrivando al letto asciutto dell'omonimo torrente e si prosegue ad est seguendo nell'ultimo tratto una serie di tornanti che riportano a Sa 'ia 'e su Vagoni. L'ultimo pezzo di sentiero è percorso a bastone fino all'arrivo.
C'è stata un'ultima differenza tra le due uscite: la birra finale. La prima volta all'ingresso della grotta c'era un vero e proprio chiosco bar che spillava una buona birra, la seconda volta mi sono accontentato di una bottiglietta 0.33 dal frigo della biglietteria, perchè il bar non c'è più. La conclusione è comunque perfetta.
>>Tracciato su tagliafuoco <<
(da evitare se non si ha piena consapevolezza dei propri passi)
>>Tracciato con rientro nel bosco<<
(il rientro nel bosco è da preferire, più comodo e comunque suggestivo)
Commenti
Posta un commento