Corrasi - trekking nel Supramonte di Oliena

Chiunque decida di avvicinarsi al trekking in Sardegna non può esimersi dal calpestare i sentieri del Corrasi. In questa occasione mi limito a descrivere il percorso che abbiamo seguito fornendo alcune informazioni di carattere generale sulla zona, rimandando ai prossimi post altre perle sui numerosi sentieri percorribili su questa meravigliosa montagna.
Che tu sia appassionato di fotografia, esperto botanico o interessato alla fauna selvatica, aspirante geologo, antropologo o storico, sicuramente il Corrasi non ti deluderà. Per quanto riguarda la flora le sessanta specie endemiche da riscoprire, tra le oltre seicento che popolano un suolo apparentemente brullo, costituiscono il paradiso di ogni appassionato di piante.
In merito alla fauna selvatica presente nel territorio abbiamo avuto la fortuna di incontrare un branco di mufloni e, favoriti dalla nostra posizione sottovento, vederne gli spostamenti sul fianco della montagna. Non sono mancati gli avvistamenti di rapaci, soprattutto poiane, nonostante la giornata molto ventosa.
Il territorio passa dalla verde vallata di Oliena, i cui vigneti ci regalano il buonissimo Nepente, ai boschi di leccio accompagnati dalla tipica vegetazione arbustiva mediterranea fino alle vette spoglie sulle quali resilienti ginepri si piegano in forme spettacolari.

Il nostro percorso parte dall'Enis Monte Maccione e segue il sentiero 401 con una lunga salita che ci porta alla quota di circa 1230mt attraverso s'Iscala 'e Pradu. Arrivati all'ampio spiazzo alla fine della carrereccia la vista spazia dalla spettacolare vallata sottostante alle cime Corrasi, Carabidda e Sos Nidos, con l'altopiano tra le vette che si tuffa digradando nella valle di Lanaittu. Da qui proseguiamo verso est sul sentiero di Pedra Mugrones (percorso 405) fino al cuile Vilithi (o Vilitzi) dove ci fermiamo per rifocillarci.
La sensazione di essere parte della natura che ci circonda è confortante ed allo stesso tempo ci sentiamo partecipi della vita quasi eremitica dei pastori che occupavano questo luogo. Lungo il cammino ci fermiamo per ammirare con attenzione alcune voragini come quella di Nurra Sas Palumbas che si aprono tra le rocce, alcune sono meta di alpinisti curiosi che le discendono in corda per esplorarle. Decidiamo di lasciare il sentiero per un breve tratto per discendere uno splendido canalone calcareo che ci porta verso cuile Pradu, lungo il percorso troviamo piccoli rifugi diroccati, focolari realizzati nella roccia e protetti da recinti di pietra, pozze d'acqua che dissetano gli animali. Arrivati al cuile una breve sosta ci ispira ancora una volta sogni di libertà assoluta tra il verde del piccolo prato ed il bianco abbagliante della roccia che sfuma nel blu appena visibile del mare di Dorgali.
C'è ancora una tappa che dobbiamo raggiungere prima della chiusura dell'anello: l'altare del sacrificio di Isacco. Questo territorio è stato infatti l'ambientazione perfetta per film come "La Bibbia" di John Huston di cui resta qualche elemento della scenografia di pietra (l'altare).


La parte finale è necessariamente nostalgica, scendiamo a sud di punta Carabidda, salutiamo le vette e rientriamo alla base per una via diversa percorrendo il bosco verso nord. 

È finito il trekking, ma non la nostra permanenza ad Oliena, vogliamo scoprire alcuni tesori della valle del Lanaittu, in particolare il complesso nuragico di Sedda 'e sos Carros,  la grotta carsica "Sa Oche" e Grotta Corbeddu. Il complesso nuragico è tra i più importanti della Sardegna dal punto di vista archeologico, si tratta di un'insula abitativa senza torre nuragica di riferimento in cui rivestono particolare importanza l'aspetto organizzativo della comunità e quello ingegneristico legato al culto dell'acqua, vale proprio la pena concedersi una visita guidata.

La grotta Sa Oche, molto suggestiva, è visitabile per un breve tratto tranne che nei periodi di forti piogge quando il troppopieno restituisce alla valle l'acqua della montagna.
Il sito che tuttavia scatena maggiormente l'immaginazione del turista è Grotta Corbeddu. Apprezzabile dal punto di vista naturalistico e ancor più come testimonianza stratigrafica della presenza dell'uomo nel territorio da diversi millenni, il suo fascino è aumentato dall'utilizzo che ne fece il bandito Corbeddu durante la sua latitanza. 

Consiglio a chi vuole camminare sul Corrasi e visitare il Supramonte di Oliena di concedersi almeno un paio di giorni per poter godere a pieno delle numerose attrattive del territorio, non rimarrete delusi.

TRACCIATO DEL PERCORSO


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